UNA SQUADRA COERENTE

Ok, lo butto giù di getto. E lo lascio così come scende perché a volte, veramente, a me sembra di girare attorno sempre agli stessi concetti interiorizzati in vent’anni e che riducono il calcio a mero filtro per categorizzare la realtà. E ogni argomento che vado ad approfondire si ricollega ad un esperienza che ho già vissuto e alla formulazione di costrutti che già sono radicati dentro di me e che, comparati con ciò che leggo, si avvicinano a quelle che considero semplici e pure analogie. E quindi ritorno sempre a quel punto: qual è la differenza nel vedere il mondo attraverso il calcio o attraverso un altro sport o magari, che ne so, attraverso la politica? E’ il linguaggio. E’ solo il linguaggio utilizzato per descrivere le situazioni, gli eventi e le strutture di quello che ci circonda. Ad esempio quando si parla del tema “la coesione della squadra”. E fin qui siamo su per giù tutti d’accordo nel dire che la coesione è la caratteristica di una squadra forte che vuole fare bene e vincere le partite. E a grandi linee ad esempio, l’asserzione, la frase, la proposizione, il simbolo.

Una squadra coesa.

Scatta la domanda: la coesione è una condizione indispensabile per raggiungere gli obiettivi? E’ realmente necessaria? La risposta, dopo aver letto una decina di pagine è: no, non è necessaria. E quante volte si è sentito dire dagli allenatori frasi del tipo “A me non me ne frega nulla se andate o non andate d’accordo, a me interessa che quando andate in campo siate uniti!”. Oppure brutalmente: “Andate a cena, fate gli amici e sembra che andiate d’amore e d’accordo e poi? In campo?”. Nell’ articolo scientifico di R. Giora “Aspetti cognitivi e sociali della coerenza” (dove mi sono infognato nei ragionamenti) frullano argomentazioni analoghe con il mondo che conosco. E non se ne esce. Siamo sempre lì a percepire il calcio come un filtro per comprendere il funzionamento dei meccanismi di ciò che chiamiamo mondo e che in quell’articolo sono traslati sul tema della conversazione. E’ un’idea scontata, come tante. E analizzando l’approccio della ricercatrice è evidente che se un appassionato di calcio qualsiasi trasporta i concetti da lei sviluppati nel contesto-sistema squadra, staff, società e via dicendo è i-ne-vi-ta-bi-le trovare punti in comune; e più nello specifico oltre ai punti in comune si può determinare con maggiore chiarezza e precisione quale debba essere la caratteristica principale di una squadra di calcio, diciamo banalmente, vincente. E’ ovvio che se in linea generale il termine “discorso” – perché si tratta dell’approccio cognitivo con cui si definisce la coerenza di, appunto, un discorso - lo contestualizziamo nell’ ambiente (contesto-sistema) squadra possiamo ragionare con una diversa terminologia. Il “discorso squadra”, inteso come il “testo” (stratificato[1]) prodotto dalla rete di relazioni professionali all’interno della squadra che si protrae nel tempo ed atto specificatamente ad un obiettivo aziendale, ha la sua valenza e il suo significato produttivo non quando tale “discorso” è coeso ma quando è “coerente” e cioè che non è in contraddizione, che s’accorda con qualcosa d’altro[2]. Posto che la coerenza in un discorso aziendale sia quella del produrre profitti, a rigor di logica il “discorso di squadra”, nel quale sono inserite tutte le dinamiche socio relazionali pregne di cultura,emotività,motivazioni…, dovrebbe essere composto dal discours topic inteso come argomento base e cioè “raggiungere più vittorie possibili” tale da determinare i confini dell’operare calcistico. E per raggiungere più vittorie possibili devono esistere “legami relazionali” coerenti con i principi collettivi stabiliti dalla squadra stessa, dall’allenatore e dalla dirigenza e che rendono -a questo punto - coese e cioè unite tutte le parti chiamate in causa. Quando parlo di “discorso coerente” intendo discorso di squadra intrecciato in un ordine efficiente ed efficace al raggiungimento di determinati obiettivi dove tutte le componenti aventi gradi di informazione diversi sono legate assieme da un unico membro prototipico (il discours topic citato in precedenza – ergo obiettivo aziendale). C’è una finezza che vorrei inserire: se nel concetto di “discorso di squadra” esiste un obiettivo comune anche ai piani superiori dell’azienda, il “discorso di gruppo[3]” tralascia l’obiettivo collettivo e si focalizza maggiormente sul “testo” radicato e interdipendente dal discorso di squadra. Senza entrare troppo in profondità nella disgressione di Giora mi sembra alquanto evidente l’analogia. Quindi, più che una squadra coesa, una squadra deve essere coerente con la propria natura relazionale e con i propri principi condivisi con allenatore e dirigenza. A supportare tale analogia ci pensa una frase di Mario Ageno che definisce il vivente come “un sistema coerente dotato di programma”. Quindi più che di coesione per il raggiungimento degli obiettivi ritengo sia più corretto parlare di. Coerenza.

 

[1] Cosa significa? La stratificazione è un modo per dire quanto il carattere emotivo.antropologico.motivazionale.tecnico.tattico. dei vari elementi che compongono il discorso sia intrecciato.

[2] https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/coerente/?search=coerente.

[3] Si veda differenza tra concetto di gruppo e concetto di squadra.