R#N]0M

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Sono le ore 17:06, cielo nuvoloso 26°C, 14.8.

 

1.

Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò.

                                                                                                                                                                                 Genesi 2:2-3

2.

Per il resto? Chiede mia moglie al telefono. Per il resto stavo guardando Padova Trento, il primo tempo è finito 0 a 0 e il Trento sembrava più in palla. Ma adesso mi sono ricollegato e il Padova  è in vantaggio per 2 a 0.

(Amore, in realtà si avvertiva che il trend della partita stesse virando a favore dei biancoscudati. Anche se la prima frazione di gioco ha visto gli uomini di Tabbiani, schierati con un 4-3-3, dominare il campo con verve sbarazzina, la maggiore qualità dei singoli padovani, distribuiti con un 3-4-3, ha spostato gli equilibri. Questo per dire che certe volte basta solo un arioso quanto efficace cambio campo di quaranta metri, vedi Crisetig, per contaminare le certezze di una squadra che sembra avere il controllo del gioco. Ho analizzato solo il primo tempo e non ti tedio con altre futili considerazioni. Ti segnalo solo un Russini poco incisivo).

Ovviamente, tra parentesi, quello che mi premeva dirLe ma che ho volutamente sintetizzato per non annoiarla. A volte, con certi discorsi, è meglio non entrare troppo in profondità.

 

3.

Sono trascorsi due mesi di sfogatoio nazionale e moderato silenzio istituzionale dalla batosta svizzera, probabilmente uno degli scritti più bassi del calcio italiano. Due mesi nei quali si sono ripetuti, per l’ennesima volta, i soliti dibattiti relativi alla crisi di risultati azzurri che dal lontano 2006 vanno colando sempre più a picco (nonostante un Europeo vinto). La crisi del calcio italiano. La famosa crisi del calcio italiano. In ordine sparso: non si allena il talento, troppi stranieri, non si gioca più per strada, squadra mediocre, più spazio ai giovani, dirigenti non all’ altezza, settori giovanili scadenti. Il mega discorso popolare è sempre vivo quando si perde. Poi, dopo aver disquisito sempre sugli stessi concetti, siamo contenti di aver consolidato quella narrazione a cui tanto teniamo e che ci tiene distanti dalle nostre stesse responsabilità collettive. Comunque, a memoria, non credo di aver mai assistito ad un Inno di Mameli cantato con così tanto agonismo e accompagnato da una prestazione così dannatamente moscia. Una dissonanza spaventosa tra il dire e il fare che probabilmente nasconde dietro di sé attriti relazionali o gestionali che hanno inciso sul vero valore della rosa azzurra. Insomma, uscire ai quarti in maniera dignitosa sarebbe stato un ottimo risultato.  Aggiungo un parere esterno banale basandomi solo sulle immagini televisive: c’è bisogno di ritrovare maggior senso di identità, spirito di squadra e un po' di sana umiltà. Nient’ altro. Non è poco. E comunque adesso si riparte con la Nations League e le qualificazioni ai prossimi mondiali. Qualificazioni. Ai prossimi. Mondiali. Nient’altro. Non è poco. E sempre Forza Azzurri.

Donnarumma, Meret, Vicario, Bastoni, Bellanova, Buongiorno, Calafiori, Cambiaso, Di Lorenzo, Dimarco, Gatti, Okoli, Udogie, Brescianini, Fagioli, Frattesi, Pellegrini, Ricci, Tonali, Kean, Raspadori, Retegui, Zaccagni.

 

4.

Mi passi l’ acqua? Prendo la bottiglia, mi alzo dalla sedia e l’ appoggio a terra. Prendo una rincorsa di pochi centimetri ed effettuo un passaggio sfiorando la bottiglia. Tieni Nicole! Silenzio. La cena in famiglia prosegue.

 

5.

O raga! Contro di lui ho giocato! E’ stata questa la reazione composta e improvvisa che ho avuto, non in spogliatoio guardando un video virale sui social, bensì sul divano davanti alle mie figlie e mia moglie, durante il terzo episodio di Beckham, il docufilm di Netflix diretto da Fisher Stevens dedicata all’ ex calciatore inglese. In effetti nel 2010, ai tempi del Bari, mi capitò di incontrare il biondo inglese al San Nicola. Non in via Sparano o nel quartiere Japigia per un incontro con le autorità locali ma direttamente sul terreno di gioco. Negli ultimi dieci minuti di un posticipo contro il Milan, subentrando a Gattuso, lo Spice Boy sembrava motivato, discretamente dinamico e scollegato dal mood generale che stava sfumando apaticamente nei minuti finali di una gara abbastanza anonima (ad esclusione di un rigore sbagliato all’88esimo da Vitor Barreto). Un corpo estraneo per certi versi, probabilmente rigenerato nel respirare calcio di un certo livello dopo i primi sei mesi della stagione trascorsi nelle file dei LA Galaxy, in una MLS che gli aveva fatto, in gergo, cascare i coglioni (nel film questo cedimento al basso ventre appare palese). O forse, ai miei occhi, era solamente illuminato da una patina mediatica che lo rendeva maggiormente magnetico.  E la docuserie parla proprio di questo suo magnetismo. Ma non solo. Il ritratto che ne esce è di una persona compressa tra due poli che lo schiacciano ad una pressione continua: da una parte il lavoro sognato fin da ragazzino, gli anni di Manchester e della Nazionale e dall’ altra quello della mediaticità per certi versi voluta e acquisita grazie alla combinazione delle sue performance e dei rumours gossippari riguardo la sua relazione con Victoria Adams, ex Spice Girls, futura moglie e madre di quattro figli. Il film in sé l’ho trovato interessante e ben fatto sebbene sia cucito su misura del buon David e della sua famiglia. Ha il pregio di mettere in luce aspetti meno conosciuti che vanno dai ricordi d’infanzia al rapporto con i suoi allenatori (sir Alex Ferguson e Glenn Hoddle su tutti), dai fischi subiti per diversi mesi negli stadi inglesi dopo l’eliminazione contro l’Argentina a Francia ‘98 ai motivi che lo hanno portato a scegliere nelle sue avventure professionali prima i Galacticos e poi i Galaxy di Los Angeles. Tra i ricordi d’infanzia,  il suo rapporto con Victoria e con i figli, Beckham apre le porte di casa sfornando carne sul barbecue, qualche interessante e divertente aneddoto pallonaro e aprendosi emotivamente al ricordo della vita trascorsa sui campi da calcio. Tra le sue parole e i suoi sguardi durante le interviste c’è sempre un velo di melanconia che trova sfogo negli ultimi minuti del quarto episodio, dove, parlando del ritiro dal calcio giocato, i due ex compagni Eric Cantona e Gary Neville accennano alla dipendenza dalle sensazioni fisiche che porta il successo.

Quando ci si ritira l’euforia svanisce e ti manca a livello fisico… la sentiamo dentro di noi… a tutti noi mancano i tifosi perchè ti danno l’adrenalina e quando ci si ritira per il corpo è difficile accettarlo… tutti i calciatori ne sono dipendenti… abbiamo quell’assuefazione mentale all’adrenalina… alla vittoria.

Giudizio globale: 7.

 

6.

I titoli proposti dal motore di ricerca che utilizzo, oggi 1 settembre 2024.

Juventus-Roma, la probabile formazione.

NASTI apre il POKER: Sassuolo-Cremonese 1-4 |Serie BKT| DAZN Highlights

Ds Napoli: “Osimhen non vuole più giocare qui. Non credo andrà in Arabia. De Laurentis si è assunto il rischio”

“Ho iniziato ad avere bruciore al viso e poi eczema ovunque, alla fine ho scoperto di avere muffa nera in casa..”

Gli Slowdive vanno oltre la somma delle loro parti.

Mosca: 158 droni ucraini abbattuti su 15 regoini russe. LIVE.

Juve, occhio all’ex al veleno: Allegri tratta col Benfica – Sportmediaset.

Contro la “pop filosofia” dei nipotini di Eco, leggete Gennaro Sasso.

 

7.

Ho scritto la brutta copia di questo testo con una penna Staedtler pigment liner 0.1. Come si può dedurre dal nome l’inchiostro nero è pigmentato cioè composto da liquido e particelle solide in sospensione che contribuiscono al colore dello stesso. E’ un modello di fabbricazione tedesca, affidabile, che garantisce al segno chiarezza ed equilibrio. Mi è costato poco meno di quattro euro. Già da qualche mese ho iniziato a scrivere le bozze dei testi manualmente. Mi dà maggiore gratificazione. Non lo so perché. Mi piace osservare il movimento della mano, i pensieri che ho in testa, la punta sottile della penna che accarezza il foglio bianco disegnando segni, parole. E cazzate. Ragionare diventa più fluido e armonico a differenza di quando pigio sulla tastiera dove il calpestio dei polpastrelli diventa intervallato da silenzi e ritmate farneticazioni sonore di differenti intensità. Inoltre ho iniziato anche a valutare la qualità delle penne che utilizzo, cosa alla quale non avevo mai dato grande importanza, ritrovandomi così in cartoleria a provarne diverse, a valutarne il peso, il design, la grandezza del tratto e la piacevolezza al tatto. Comunque, quando si tratta di scrivere formazioni, disegni o schemi in spogliatoio, uso una Bic.

8.

Il mercato chiude quando io dico che chiude. Siamo al giorno sei su sette, Dio il settimo giorno si è riposato, io se non sarò stanco continuerò.

                                                                                                                                     Zlatan Ibrahimovic

10.

Dedico R#N]0M ad Andrea Prola. Era il proprietario di Computer Project il negozio di pc dove ogni tanto andavo a fare la spesa e dove è nato questo sito internet. Lì con il fido Maurizio si parlava di computer e di… Toro. Quanti bei momenti in questi anni! Andrea era sempre dietro il bancone a smanettare su quelle che chiamava “macchine” con gentilezza e la competenza di uno che sugli elaboratori elettronici ci aveva riversato una vita. Ciao Andrea, ricorderò sempre le parole che mi hai detto l’ultima volta che ci siamo visti, in un mattino soleggiato, prima che partissi per Salò. Il tuo era quasi una sorta di amichevole avvertimento. Ale, tu vuoi abbracciare troppi mondi…

 

 

Visioni

Milan- Torino.

Juventus- Roma.

Il primo tempo di Padova - Trento.

Beckham. 2023. Di Fisher Stevens.

Ascolti

 Jon Hopkins. Ritual. 2024. Domino.

Jesu. Jesu. 2004. Hydrahead.

 

Letture

Fra gli Ultras. James Montague. 2020. 66thand2nd.

 

 

 

 

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