L' estate scorsa, spinto da Matteo e da mia moglie Deborah, decisi di partecipare al concorso letterario “Opencall, Storie di sport” indetto da Flanerì e dalla casa editrice indipendente 66thand2nd.
Ero in pieno ritiro estivo ad Alessandria: luglio, caldo, umidità, zanzare e tanta fatica. Nonostante gli allenamenti doppi e il poco tempo disponibile decisi di mettere mano ad una vecchia bozza di mezza pagina nella quale avevo immortalato anni fa alcune idee per un potenziale racconto. A rileggerla appariva sconnessa, approssimativa e poco chiara, le classiche quattro frasi battute in malo modo che rappresentavano l’embrionale descrizione degli ultimi istanti di una partita che avevo giocato nel 2009. Quei minuti finali sotto un cielo tormentato di gennaio mi rimasero talmente impressi nella memoria che per anni riflettei sulla loro intensità e sul senso profondo che potevano avere nel prosieguo della mia esperienza calcistica. Valevano molto per il sottoscritto anche se oggettivamente possono sembrare i classici rimasugli di una partita tirata e sofferta. Dunque iniziai a pensare. Non avevo uno schema definito sul quale procedere e per di più non mi ero mai cimentato in un'“impresa” che superasse le 25000 battute di un foglio di testo! Ma sentivo dentro di me che qualcosa stava già nascendo. Così da quell'acerbo spunto narrativo mi misi al pc ed iniziai a scrivere. Fu fluido e naturale il lavoro che intrapresi: mi mettevo la sera davanti al monitor, ventilatore acceso e il sound giusto. Riguardavo di tanto in tanto il vecchio dvd che ancora conservo, analizzavo alcune fasi dell’incontro e pigiavo sui tasti, a ritmiche diverse. In silenzio, scrivevo. Volevo rendere al meglio l'esperienza personale cercando di sovrapporre il ricordo soggettivo agli eventi accaduti. Non ci furono veri e propri momenti di affanno creativo, nemmeno stop improvvisi o sterzate impreviste. E neanche grossi tentennamenti di natura linguistica: sembrava che la storia fosse lì nel momento in cui la stavo scrivendo che accadeva davanti ai miei occhi in una forma diversa dalla performance fisica vissuta. Nasceva così, tra pixel grigi, lettere, parole. Frasi. Pigiavo sui tasti, vedevo sgorgare davanti a me una, due, tre pagine. Più “uscivo” per un attimo da quella sorta di trance intratestuale nella quale ero immerso, più mi rendevo conto di quanto fossi assorbito da tale lavoro. Non sentivo fatica mentale, anzi, incedere nel racconto stimolava le mie aree cerebrali piacevolmente vibrate da tale moto linguistico e strutturale. E alla fine, dopo due settimane di sviluppo, conclusi il racconto. Ero contento di essere riuscito nell’ “impresa” che mi ero posto, sistemai il testo e spedii tutto il necessario per partecipare ufficialmente al concorso...
…e dopo un anno circa…
…quale gioia!!!
Oggi, giovedì 10 settembre 2020, sono orgoglioso di poter annunciare l'uscita del libro “PER RABBIA O PER AMORE. LO SPORT IN DODICI RACCONTI” edito da 66thand2nd in collaborazione con “Effe. Periodico di altre narratività”. Dentro troverete storie di sport di diversi autori e tra questi racconti troverete il mio. DIECI MINUTI è il suo titolo.
Ringrazio Matteo e Dario per la collaborazione e i preziosi suggerimenti e mia moglie Deborah (grazie Amore per averlo letto e riletto con tanta pazienza senza addormentarti ?).
Dedico questo racconto a tutti coloro che hanno messo anima e corpo nella storica promozione in Serie A del Bari, annata calcistica 2008-2009, e in particolar modo a tutti i miei compagni di squadra con cui ho condiviso momenti indimenticabili.
La mia è solo la piccola tessera di un puzzle ben più grande e colorato: quello del ritorno della “Bari” in serie A.